venerdì 11 ottobre 2013

11 ottobre 1511 - distruzione del castello di Moccò

ricostruzione grafica di fine '800 del Castello di Moccò

Menzionato per la prima volta nel 1233 come «Castro de Muchou», ma forse di origine anche precedente.

Fu edificato dai vescovi di Trieste per controllare l'importante strada commerciale, che collegava il litorale con Lubiana
Nei suoi tre secoli di vita, fu numerose volte oggetto di contesa,e più volte distrutto e riedificato.
Dapprima venne distrutto, o gravemente danneggiato durante la guerra condotta tra il Comune di Capodistria ed il Comune di Trieste; ricostruito nel 1268, venne in seguito conquistato dai veneziani; nel 1287 fu cinto d'assedio dalle truppe del patriarca d'Aquileia. Tornò al vescovo di Trieste nel 1291, che lo concesse concesse in affido al Comune di Trieste per dieci anni. Fino al 1323 il castello rimase di proprietà vescovile, anche se stabilmente in custodia e affido al Comune. Attorno all'anno 1334 il castello e il territorio a esso pertinente vengono aggregati al distretto triestino (è attorno all’anno 1350 che compare anche la denominazione “Mocho” per il castello).



Nell'anno 1358 il Comune di Trieste decide di chiudere la strada commerciale, che passa nei pressi del castello per costringere i mercanti diretti in Istria a passare attraverso il passo di Longera e quindi deviare i traffici in città. Questo atto provocherà una nuova guerra tra Trieste e Venezia, la quale pone sotto assedio la città nel 1368, ma Trieste resiste grazie ai rifornimenti che arrivavano in città attraverso le strade presidiate dai castelli di Mucho e Moncolano. Quindi la Repubblica Veneta decide di conquistare i due castelli. Moncolano (nei pressi di Prosecco) cade nel febbraio 1369, mentre la presa del castello di Mucho è più impegnativa, infatti il capitano veneto Michiel propone due soluzioni: l'attacco diretto con tutti gli uomini disponibili o l'assedio prolungato. Qui entra in gioco la figura del capitano triestino Astolfo Peloso, che all'epoca era in carica quale capitano del castello. Questi si propone di mediare la trattativa per la resa di Trieste, che era allo stremo. Durante le trattative giunse notizia dell'avvicinarsi dell'esercito austriaco, che veniva in soccorso di Trieste. Le trattative cessarono immediatamente e Peloso si asserragliò nel castello. Nel frattempo la città venne conquistata dai veneziani, mentre il castello di Mucho resistette ancora per un anno, quando finalmente si stipulò la pace e il castello passò in mano veneta e il Peloso poté ritirasi presso il Duca d'Austria. Quindi il castello rimase in mano ai veneziani dal 1371 al 1380 i quali apportarono alcune migliorie alla struttura. Dopo la dedizione di Trieste all'Austria nel 1382 il castello ritorna al Duca d'Austria.
Nel 1461 il Comune di Trieste riesce ad assumere in appalto il presidio del castello di Mucho.
In questi anni avviene anche la maggiore espansione territoriale del Comune, che giunge ora sino a Castelnuovo (Podgrad, in Slovenia). Il Comune allora si ritrova in una situazione analoga a quella di un secolo prima: tutti i mercanti diretti dalla Carniola in Istria devono passare attraverso la dogana triestina. Come un secolo prima scoppia una nuova guerra tra Trieste e Venezia, vinta nuovamente dalla Repubblica nel 1463, che conquista così i territori di Castelnuovo e Mucho. I veneziani, notata la vetustà del castello, decidono di ammodernarlo, abbassandone le torri e creando delle nuove strutture di difesa.
Nel 1509 scoppia una nuova guerra tra la casa d'Austria e la Repubblica Veneta. In questa occasione i triestini cercano di conquistare il castello, senza successo, quindi viene chiesto aiuto all'Imperatore. Nell’ottobre 1511 il Vescovo di Trieste Pietro Bonomo alla testa delle milizie triestine, di 200 pedoni boemi e 200 cavalieri croati raggiunge il castello e lo pone sotto assedio. Dopo 20 colpi di bombarda il presidio veneto si arrende, come documentato anche nel poema di Gerardo de Gerardi. A questa resa seguono le rese di tutte le strutture fortificate minori dei dintorni, compresi il Tabor di Draga e il castello di San Servolo.
Il castello, che ormai non sarebbe ritornato più in mani al Comune di Trieste, dato che è stato conquistato a spese dell'Imperatore, in un territorio nel quale il Vescovo deteneva molti diritti, quindi scomodo, e ormai insicuro per l'artiglieria dell'epoca, venne raso al suolo per ordine del Vescovo l’11 ottobre 1511.

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